Il primo portale italiano sul mondo del vino da investimento

HomeAggiornamenti MercatoLa Borgogna è un’opzione di investimento vantaggiosa per il 2023?

La Borgogna è un’opzione di investimento vantaggiosa per il 2023?

Pubblicato il:

La Borgogna è un’opzione di investimento vantaggiosa per il 2023?

La Borgogna, per ogni wine investor evoca subito grandi nomi di produttori di culto che realizzano tra le etichette più leggendarie del panorama dei vini da investimento. Le performance del 2022 hanno visto una crescita del 26,7% per l’intera regione, con dei picchi, per i vini inseriti tra i migliori 100 secondo Liv-Ex, che hanno raggiunto la media di crescita del 487% con alcune etichette che hanno superato il tetto del 1.000% (fonte The Fine Wine Market in 2022 Report – Liv-Ex). La domanda, a questo punto è: sono ancora un’opzione di investimento vantaggiosa?

 

Perché i vini della Borgogna sono così cari?

Si tratta di una regione vitivinicola complessa, dove la parcellizzazione della proprietà porta a piccole vigne che producono quantità molto limitate e, quindi, una scarsa offerta di vino per un mercato globale sempre in ricerca delle migliori etichette. Il valore dei vini da investimento in Borgogna, per tanto, è guidato dalla rarità, mentre in Bordeaux è fortemente influenzato dai punteggi critici. Questa frammentazione ha sicuramente un carattere storico riconducibile a quando, durante la Rivoluzione Francese, i beni della nobiltà e del clero furono espropriati e distribuiti. Ma ha anche una motivazione molto più recente legata alla successione delle famiglie e alle elevate tasse collegate all’asse ereditario.

 

Come influisce la classificazione nel prezzo dei vini?

La classificazione dei vini in Borgogna risale al medioevo grazie ai monacaci cistercensi, ma è stata istituzionalizzata dall’INAO (Institut National des Appellations d’Origine) nel 1935 definendo la classificazione ufficiale attuale che è stata conclusa nel 1984 con l’introduzione dei Grand Cru che conosciamo oggi. La suddivisone nei quattro livelli è spesso rappresentata come una piramide dove alla base troviamo le appellazioni regionali (54% del territorio), seguite da quelle comunali (34%), i Premier Cru (10%) e, al vertice della piramide, i Grand Cru che rappresentano solo il 2% del totale del territorio. Seguendo questi dati, assieme alla considerazione sulla rarità, è chiara la tendenza che si ritrova nei prezzi dove la differenza tra i prezzi medi è significativa, ma la distanza tra Village e Grand Cru si sta riducendo in conseguenza dell’aumento della domanda sempre crescente dei vini di questa regione. Un esempio su tutti la crescita del Batard Montrachet 2016 del Domaine Leflaive in 5 anni è stato dell’83,7%, quando il loro Puligny-Montrachet 2016 è cresciuto del 283,6% nello stesso periodo.

I dati di Liv-Ex sull’annata 2021 mostrano la seguente situazione:

 

Come influisce l’invecchiamento?

Per quanto possa sembrare un’ovvietà, la correlazione tra prezzo e età rappresenta il fondamento degli investimenti nel vino. Il tempo influisce in modo importante attraverso l’invecchiamento dei vini e all’aumento della qualità percepita. Evento fondamentale è l’ingresso nella finestra di bevibilità che porta all’aumento della scarsità in quanto le bottiglie iniziano a essere bevute. Entrambi questi fattori concorrono ad innalzare i prezzi, creando un’opportunità di valore per coloro che acquistano le bottiglie quando sono giovani e sanno attendere pazientemente.

Questa correlazione prezzo-invecchiamento è facilmente rilevabile verificando come i prezzi di un’annata ottima per i rossi di Borgogna come la 2015 che sono più alti del 94,42 % rispetto ai prezzi di un’annata recente come la 2020.

Riprendendo un grafico di wineinvestment.com che rielabora i dati di Wine-Searcher per Permier e Grand Cru, appare evidente questo trend.

Fonte: Wineinvestment da dati di Wine-Searcher fino al 31 Dicembre 2022

 

Come leggiamo il trend storico dei prezzi dei vini della Borgogna?

Nel 2018 la regione ha visto un picco importante; molti ricorderanno l’asta record di due Romanée Conti 1945: una battuta al valore astronomico di 558.000 dollari e poco dopo un’altra a “soli” 496.000 $. A questo punto gli investitori hanno ampliato il loro focus nella regione, andando a cercare nuovi vini sui quali puntare e i prezzi hanno iniziato a diminuire.

La diminuzione dei prezzi medi nel 2019 è stata, seguendo i dati di Liv-Ex, dell’8,8%. Questa dinamica è stata esacerbata dall’imposizione dei dazi statunitensi del presidente Trump, con il 25% sui vini non provenienti dal mercato interno.

La ripresa del 31% nel 2020, sempre secondo Liv-Ex, è stata spinta da un aumento di domanda di mercato. Infatti, nonostante il Covid, gli investitori di tutto il mondo erano alla ricerca di investimenti tangibili e sicuri e l’interesse per il vino pregiato è cresciuto. I Grand Cru della Borgogna offrono da sempre valore e, con l’allentare delle misure di lockdown, i principali mercati dell’ospitalità di lusso della Borgogna sono tornati e hanno aggiunto slancio al mercato.

Ma il mercato globale dell’investimento in vino, dalla pandemia in poi, ha subito un forte rallentamento che, pian piano si è allargato anche ai più solidi vini da Grand Cru, portando, per la prima volta, una flessione di tutto il comparto.

 

Come sta andando il mercato dell’investimento in vino?

Arriviamo ai giorni nostri, quando, per la prima volta, abbiamo visto questa inversione di tendenza che ha colpito tutto il mercato dei vini da investimento. Su questo argomento, per approfondimenti rimandiamo a un interessante analisi di Emanuele. Per riassumere: la guerra in Ucraina, le tensioni Cina-USA, la politica cinese 0 Covid, l’inflazione galoppante e i fallimenti nella Silicon Valley hanno bloccato l’espansione del mercato. Il mercato cinese del vino importato nel 2022 si è dimezzato, evidenziando quanto la pandemia abbia spazzato via i guadagni del mercato. 

Sembra che dei timidi segnali si stiano presentando a chi ha la lucidità di riuscire a leggerli. L’improvvisa fine delle restrizioni della Cina per il Covid, la riapertura del settore dell’ospitalità e la sete rinnovata dei grandi vini. Gli analisti ritengono, inoltre, che ci sia stato un accumulo eccessivo di risparmio che potrebbe essere riversato nel mercato dei beni di lusso come lo è il vino da investimento.

 

Quindi la Borgogna è ancora un’opzione di investimento vantaggiosa per il 2023?

La Borgogna, a nostro parere, continua a essere un asset di portafoglio importante, nonostante e proprio a causa degli aumenti di valore delle appellazioni più importanti che stanno trainando anche i livelli più bassi della piramide della denominazione.

Questo è valido anche per i vini più importanti dove l’aumento di valore con l’invecchiamento suggerisce come le annate più recenti siano ancora sottovalutate e come il trend di crescita di valore nei prossimi anni possa essere importante.

Per fare degli investimenti oculati serve competenza e su questa regione, più di altri, affidarsi a professionisti può essere la svolta vincente per riuscire a massimizzare i propri profitti puntando sul giusto mix tra grandi nomi e produttori emergenti.

Articolo Correlati

Scarica la nostra Guida all'Investimento in Vino:
I concetti fondamentali sull'investimento in vino pregiato, il mercato mondiale del vino e i consigli utili per iniziare.

    Commenta il post:

    Please enter your comment!
    Please enter your name here