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Situazione economica a Settembre 2023 del mondo del vino

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Bentornati sul Blog di Investire In Vino!

Oggi facciamo un focus sul mercato e una riflessione generale sulla situazione economica del mondo del vino.

Al netto della consapevolezza che questo ultimo anno è stato un anno di calo nelle quotazioni e nei volumi scambiati dei vini pregiati e al netto della nostra consapevolezza che messaggi pubblicitari fuorvianti, aimè sono ancora presenti, la domanda che forse in questo periodo ci facciamo troppe volte è sempre la stessa: cosa farà il mercato del vino nel prossimo futuro?

La risposta è che si tratta del classico segreto di Pulcinella.

Nessuno lo può sapere!

Non solo nessuno sa realmente che direzione prenderà il mercato dei vini pregiati nel breve periodo, ma è qualcosa che è fuori dal nostro controllo. Non possiamo dare nemmeno per “scontato” che gli stessi vini che oggi sono quelli più scambiati o sicuri (Tignanello, Sassicaia per far degli esempi puramente nazionali, o Selosse per andare oltralpe), siano i leader dei prossimi anni. Convinzioni del genere sono “potenzialmente” pericolose per i nostri portafogli.

Un esempio attualissimo è stata la “corsa all’oro” della Borgogna di primissima fascia che ha fatto salire su vette inesplorate le valutazioni dei vini più famosi al mondo per poi comunque ripiegare nell’ultimo anno quando il mercato asiatico si è ritrovato nella prima vera retromarcia della sua storia.

Sicuramente se andiamo a vedere la seppur breve storia del mondo del vino da investimento ci possiamo anche rendere conto che dalla metà degli anni 80′ per oltre un trentennio tutto il mondo del vino da investimento si limitava ai vini di Bordreaux. Ma le cose sono in gran parte cambiate e i vari Chateau Margaux, Lafite o Petrus non sono più i leader incontrastati dei mercati.

Si è passati alla Borgogna, Champagne, Italia e poi nei prossimi anni con grande probabilità vedremo la Loira, il Rodano, la Germania, ecc.

Di certo la situazione del mercato del vino risente sia di una situazione “esterna” (inflazione, guerre, tensioni geopolitiche) sia di una situazione “interna”, sovraproduzione in alcune regioni vitivinicole (Bordeaux per esempio), troppa dipendenza da un mercato asiatico che come si è visto in parte non è ancora maturo.

D’altronde che la Cina non se la stia passando proprio bene è ormai cosa risaputa. Mentre in Europa facciamo fatica ad abbassare l’inflazione, nella Repubblica Popolare sta accadendo il contrario (deflazione) a causa di un’economia che stenta a crescere a ritmi soliti dopo le politiche di tolleranza zero attuate per contenere il Covid.

Si aggiunga lo spettro di una bolla immobiliare in procinto di scoppiare e una disoccupazione giovanile in crescita. Anni di spesa pubblica orientata agli investimenti e alle infrastrutture hanno generato ricchezza, ma anche indebitamento e oggi sembra “affievolirsi” la fiducia nelle aspettative future da parte della popolazione, portando così ad un maggior tasso di risparmio anziché ad uno sviluppo dei consumi interni. Insomma inizia a esserci meno propensione alla spesa.

In uno scenario del genere, il consumo di vino – in quanto bene “non necessario” e per certi versi “estraneo” alla cultura alimentare cinese – non poteva rimanere illeso, in particolare per quanto riguarda quello di importazione.

 

É stato toccato il fondo e ci sarà una svolta positiva nel trend oppure dovremo attenderci ulteriori cali?

 

Anche qui è impossibile dare una risposta univoca.

Piccoli segnali di una leggera ripresa ci sono nella situazione economica del mondo del vino, ma non sono ancora solidi.

Con probabilità il mercato cinese del vino potrà passare da mercato “strong” di bene di lusso ad un mercato più consapevole, maturo e culturalmente rivolto non solo più al “brand” come status simbol, ma a quello che realmente c’è all’interno della bottiglia. Ci sono anche qui i primi segnali, trainati da grandi critici asiatici, molto influenti nel loro continente.

Questo porterebbe ad una spinta su vini nuovi, magari fasce di prezzo diverse.

Andando verso la sponda opposta gli Stati Uniti sembrano tenere, proprio perché mercato più maturo, e sembrano aspettare nuovo fermento con il passare dei mesi.

Quindi ricapitolando è davvero impossibile fare previsioni, ma per coloro che comprano per investimento la situazione si semplifica molto perché la visione è per forza di cose a lungo termine e qui valgono esattamente le stesse regole della finanza tradizionale.La strategia più efficace sarà di ignorare le performance a breve termine poiché, sembrerà scontato, i rendimenti con un arco di tempo medio-lungo sono gli unici che contano.

 

Quindi ci sono anche aspetti positivi che sono da tenere in considerazione in questa situazione economica del mondo del vino.

Si può comprare a prezzi molto migliori di dodici mesi fa!

 

In effetti in questi mesi abbiamo visto avvicinarsi investitori importanti che sono entrati pesantemente nel vino da investimento perché hanno fiutato il momento propizio.

Le transazioni di questa settimana sul nostro market ne sono la prova più certa. Molti vini sono stati tradati sotto il WineValue e questo rappresenta ottime opportunità nel lungo termine.

D’altronde lasciare i soldi fermi sul conto corrente con un’inflazione ancora cosi alta (circa il 6% in Italia) è follia pura. Il mondo continua a correre e bisogna interpretarne i cambiamenti.

 

Il consiglio seppur banale è :

  • avere dati e una piattaforma seria;
  • attuare una corretta diversificazione dei vini;
  • avere orizzonte lungo (non meno di 5 anni, meglio 7);
  • investire solo denaro non necessario.

 

In questa ottica su richiesta di un buon numero di investitori del primo periodo pubblicheremo il prossimo Mercoledì e solo per gli abbonati a pagamento (Silver e Gold) qualche pacchetto per aiutarli a incrementare posizioni su Londra o Italia.

ABBONATI QUI!

Come detto si tratterà di qualche eccezione che faremo durante l’anno per inserire un paniere che è stato frutto della nostra consulenza e per dare sempre più valore agli abbonati.

La nostra strategia è quella di valorizzare sempre di più gli abbonati e durante l’anno aumenteremo sempre più i benefit.

 

Vi segnalo da ultimo alcune offers presenti su winevalue.it mi sono capitate sott’occhio e che hanno un ottimo rapporto prezzo dell’offer/winevalue.

Miani, Friuli Colli Orientali, Rosso 2016

Guillaume Selosse, Au Dessus du Gros Mont Extra Brut

Flavio Roddolo, Barbera d’Alba, Superiore 2012

Thibault Liger-Belair, Richebourg Grand Cru 2016

 

Rimanete aggiornati sulle novità del mercato di investimenti in vino!

 

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