L’Istituto dei Masters of wine hai nominato il 26 febbraio 10 nuovi membri, tra cui il primo masters of wine italiano del vino, Gabriele Gorelli.
I nuovi MW hanno sede in cinque paesi, principalmente Regno Unito e Stati Uniti, e la loro aggiunta all’istituto porta i suoi membri globali a 418 MW in totale.
I nuovi membri con sede nel Regno Unito sono: James Doidge MW, Alvaro Ribalta Millan MW e Tze Sam MW.
Negli Stati Uniti sono: Susan Lim MW, Melissa Saunders MW, Kryss Speegle MW e Clare Tooley MW.
Nel frattempo, l’Italia ha ora il suo primo master of wine in Gabriele Gorelli MW, Moritz Nikoluas Lueke MW ha sede in Germania e Sophie Parker-Thompson MW in Nuova Zelanda.
Tra di loro i nuovi MW hanno approfondito argomenti argomenti quali: l’influenza della musica classica sulla percezione dello Champagne brut non vintage (Lin); opzioni di chiarifica organica del Brunello di Montalcino per prevenire la precipitazione della quercetina (Gorelli); l’impatto della produzione di cannabis sulla viticoltura nella contea di Sonoma (Tooley) e il significato politico, economico e sociale del consumo di vino e dell’intossicazione nella letteratura inglese del XVIII secolo (Sam).
Ma torniamo a Gabriele Gorelli, un orgoglio per l’Italia anche perché è il primo Master of Wiunes della storia.
Gabriele Gorelli, ha 37 anni ed è cresciuto a Montalcino (Siena).
Ma che cosa è l’istituto dei Mater of Wines?
Nato nel 1953 a Londra The Institute of Masters of Wine è un’organizzazione i cui membri “hanno – si legge sul sito – la missione di promuovere l’eccellenza, la condivisione e la conoscenza tra i diversi settori della comunità globale del vino”.
I Master of Wine sono solo 418 al mondo .
All’ambita qualifica non si accede per titoli ma dopo un lungo e articolato percorso di studi nel quale bisogna dimostrare competenze che spaziano dalla viticoltura alla comunicazione e all’economia. Competenze indispensabili nei rapporti con aziende agricole, importatori e ristoranti.
È fondamentale – ha detto ancora Gorelli – che un Paese complesso come l’Italia, da un punto di vista ampelografico, storico, stilistico, possa contare su un ambasciatore che lo rappresenti in ambito internazionale.